Sexting e Revenge Porn

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Sexting e Revenge Porn

 

IL FENOMENO DEL SEXTING 

Il termine Sexting deriva dall’unione delle parole inglesi  sex (sesso) texting (mandare sms). Si intende, dunque, lo scambio di messaggi contenenti foto e/o video erotici e sessualmente espliciti. E’ un fenomeno ormai molto popolare e non solo nell’era dell’adolescenza come tendenzialmente si crede. Molti adulti approcciano ormai a questa nuova modalità di vivere la sessualità di coppia.

Recenti studi sociologici hanno dimostrato che i principali fruitori del sexting sono proprio i giovani adulti che trovano nel sexting un’occasione di svago e piacere con poca spesa in termini di energia ed impegno.

Sono proprio gli adulti i maggiori utilizzatori di app e siti per incontri dove la conoscenza inizia online e prosegue in modo tecnologico attraverso l’uso di webcam, skype, app e social che diventano parte integrante della relazione.

Non sconvolge, dunque, l’abitudine a inviarsi  foto/selfie erotici e ammiccanti, video e/o foto di nudo o anche un racconto di una fantasia o un messaggio vocale più sensuale e sexy. Non si tratta di qualcosa di illecito o illegale ma anzi è una soluzione adottata da molte coppie che sono costrette a vivere la loro relazione a distanza, per riuscire a mantener viva la passione. Altre volte il sexting viene invece utilizzato da sconosciuti all’interno di chat erotiche o app di incontri come puro gioco sessuale.

Specialmente se impiegata in una relazione esclusiva e piena, il sexting può favorire e rafforzare la comunicazione, la complicità e il benessere sessuale di una coppia (Del Principe, 2015). Le uniche regole da seguire dovrebbero essere quelle legate al rispetto reciproco, empatia e, soprattutto, consenso. 

Ed è proprio il consenso l’arma a doppio taglio di questo fenomeno. Il sexting può, infatti, nascondere dietro di se un pericolo: quel materiale inviato rimarrà nei dispositivi/smartphone/pc dell’altra persona (partner o sconosciuto che sia). Se il sexting avviene all’interno di una coppia in modo consensuale si pensa che il rischio e la relativa preoccupazione che le immagini o i video sessualmente espliciti finiscano poi in mani inopportune si riduca drasticamente. Il più delle volte, però, questo materiale è diffuso da un ex partner al quale era stato inviato con consenso all’interno di una relazione intima, ma non è raro che queste immagini siano state catturate e messe in circolazione da sconosciuti a insaputa di chi è ritratto.

I rischi sono principalmente legati al fatto che le immagini e i video inviati possono essere diffusi ad altre persone, senza il consenso degli interessati e/o che possano essere diffusi per vendetta. Quando una relazione finisce, il partner ferito può infatti vendicarsi minacciando l’altra persona di pubblicare il materiale precedentemente inviato. Questo fenomeno è ormai conosciuto con il termine “Revenge Porn

REVENGE PORN

Si parla dunque di Revenge Porn i cui scopi principali sono la vendetta (per essere stati lasciati, traditi, rifiutati ecc..) e l’umiliazione della persona. Quest’ultime sono da considerarsi a tutti gli effetti delle vittime, in quanto revenge porn è sinonimo di violenza psicologica e abuso sessuale. Ma la diffusione può avvenire anche in assenza di un desiderio di vendetta per una rottura, magari per un desiderio di vantarsi con gli amici, con l’intento di prendere in giro l’altro e dunque atti di bullismo e/o cyberbullismo per pratiche di vittimizzazione, ostracismo e bullismo virtuale e reale.

Tale fenomeno può arrivare anche alla Sextortion, metodo di estorsione economica per mezzo di immagini o filmati che mostrano la vittima mentre compie atti di natura sessuale (ad es. masturbazione) e/o nuda.

Per chi scopre le proprie immagini intime e private, condivise pubblicamente online, le conseguenze e le emozioni possono essere molte, spesso prevale:

🔴 senso di colpa

🔴 umiliazione e imbarazzo

🔴 vergogna

🔴 ansia

🔴 depressione

🔴 calo dell’autostima

🔴 stress

🔴 sensazione di perdita del controllo

Tale fenomeno ha anche conseguenze sull’identità digitale della vittima. Il rischio, infatti, è quello di veder compromessa la propria identità digitale oltre a quella reale, attraverso contenuti che possono essere individuati anche a distanza di tempo.;

Vista la gravità degli effetti sulle vittime (90% donne) e l’aumento di episodi di revenge porn, non stupisce l’approvazione unanime da parte della Camera dei deputati dell’emendamento del 2 aprile 2019: anche in Italia la diffusione di materiale pornografico senza il consenso delle parti interessate è un reato ed è punibile con la reclusione da uno a sei anni e una multa da 5mila a 15mila euro. La pena varia in base al rapporto di fiducia che intercorreva fra le parti al momento dello scambio del materiale.

La diffusione del reato di revenge porn è una conseguenza dell’aumento del sexting, specialmente fra gli adolescenti: riguardo quest’ultimo fenomeno risultano essere coinvolti i maschi più delle femmine. Uno dei più rilevanti sondaggi sul sexting (The National Campaign & CosmoGirl.com, 2008) ha mostrato che il 20% degli adolescenti e il 33% dei giovani adulti è coinvolto in questi comportamenti.

Morelli et al. in una review del 2016 hanno rilevato che i sexters (soprattutto le donne) sono maggiormente esposti a vittimizzazione sessuale online e a violenza fisica durante un appuntamento con i destinatari del materiale sessualmente suggestivo. In uno studio sul sexting del 2017 di Weisskirch R.S., Drouin M., Delevi R. sono stati analizzati 459 studenti universitari non sposati, eterosessuali (donne = 328; uomini = 131), di età compresa tra 18 e 25 anni ed emerge un dato in particolare: le persone che ricorrono all’invio di una foto o di un video sessualmente allusivi, all’invio di una foto o di un video in biancheria intima o lingerie, o che mandano un testo sessualmente suggestivo, sono condizionate a farlo per un’elevata paura della valutazione negativa di un eventuale partner. Ciò suggerirebbe che questi soggetti siano più vulnerabili e una possibile diffusione di materiale senza il loro consenso potrebbe avere conseguenze ancora più gravi, sia per la salute fisica che per quella psicologica.

I rischi del sexting possono essere, quindi, il revenge porn e i suoi correlati: violenza psicosessuale, umiliazione, bullismo, cyberbullismo, sextortion o molestie. Difendersi e tutelarsi è possibile tramite le apposite linee telefoniche o la denuncia alle autorità competenti come la Polizia Postale o i Carabinieri.

SEXTING: COME PRATICARLO TUTELANDOSI

Non è possibile difendersi totalmente dai rischi derivanti dal sexting, ma si possono sicuramente adottare alcune strategie per poter tutelare la persona e la sua dignità:

🔴 cercare di non inquadrare il volto o altri dettagli riconoscibili (cicatrici, tatuaggi, ecc.): lo scopo di questo accorgimento è non rendere riconoscibile la propria persona in modo che, anche se l’immagine dovesse essere diffusa online, sarebbe difficile riconoscersi in quella foto/video e la privacy sarebbe, almeno in parte, tutelata;

🔴 cercare di utilizzare app sicure: è importante utilizzare applicazioni che tutelino la privacy e che non utilizzino i nostri dati in modi che non vogliamo. Esistono alcune applicazioni criptate che cancellano i messaggi dopo pochi secondi, che impediscono di effettuare screenshot o registrazioni video dello schermo. E’ opportuno però sottolineare che una persona avente grandi/medie conoscenze informatiche troverà sempre un modo di poter salvare quei contenuti.

 

Chi cade vittima di Revenge Porn o Sextortion può richiedere aiuto tramite sportelli di ascolto in merito allo Stalking e alla violenza, come quello proposto dall’Associazione MinD.

 

clicca sull’immagine per avere maggiori informazioni

Guarda la mia video intervista nel programma Tv “Una Mela al Giorno” in onda sul canale 264 Cusano Italia Tv condotto da Roberta Sias.

In questa puntata parliamo di sexting e revenge porn!


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    Dr.ssa Sara Negrosini

    Psicologa - Psicosessuologa - Psicoterapeuta Umanistica Bioenergetica VicePresidente e Tesoriere Associazione MinD – Mettersi in Discussione. Coordinatrice e Docente Master di II livello presso Università telematica Niccolò Cusano in “Psicologia del Comportamento Alimentare” e “Psicosessuologia”.