Disbiosi intestinale e stati depressivi

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Disbiosi intestinale e stati depressivi

disbiosi intestinale

Recenti scoperte di neuroscienze hanno evidenziato una strettissima correlazione tra disbiosi intestinale e alterazione dell’umore/stati depressivi.

La depressione sembrerebbe associata ad alterazioni nella composizione del microbiota intestinale, che costituisce l’insieme dei micro-organismi (prevalentemente batteri) che si trovano nel nostro intestino.

La connessione è bi-direzionale: da un lato infatti il cervello comunica con il resto del corpo, intestino in primis attraverso le fibre efferenti del nervo vago, dall’altro raccoglie informazioni mediante quelle afferenti, stimolando la produzione di neurotrasmettitori periferici, favorendo e/o aggravando alterazioni dell’umore e del comportamento. Tra i metaboliti prodotti normalmente dal microbiota intestinale alterato, risulta essere carente la produzione dell’amminoacido e neurotrasmettitore GABA. L ’acido γ-amminobutirrico (GABA) regola l’eccitabilità cerebrale mediante l’inibizione del rilascio di neuroni.

In caso di depressione, la ricchezza e la varietà del microbiota risultano notevolmente ridotte. Tali alterazioni influiscono sullo stato dell’umore attraverso il sistema immunitario, il sistema neuroendocrino e quello neurale, e soprattutto, tramite il nervo vago e la modulazione di neurotrasmettitori come la serotonina, la noradrenalina e la dopamina. La loro comunicazione, dunque, non è unidirezionale, ma uno scambio continuo e reciproco tra cervello ed intestino, influenzandosi a vicenda.

La depressione colpisce circa 300 milioni di persone al mondo comportando gravi disagi psichici e fisici a livello individuale.
Tra i sintomi più comuni si ritrovano:

  • Stanchezza cronica
  • Malesseri fisici (mal di testa, palpitazioni o tachicardia, dolori muscolari, alle ossa, alle articolazioni e addominali, stipsi o diarrea)
  • Apatia
  • Astenia
  • Calo del desiderio
  • Irritabilità
  • Svalutazione di se stessi
  • Ridotta capacità di concentrarsi o prendere anche piccole decisioni
  • Aumento o una diminuzione del sonno
  • Appetito aumentato o diminuito
  • Riduzione delle attività quotidiane
  • Evitamento delle persone e isolamento sociale
  • Comportamenti passivi
  • Riduzione dell’attività sessuale
  • Tentativi di suicidio
  • Rallentamento ideativo
  • Incapacità decisionale
  • Disturbi della concentrazione e della memoria
  • Ruminazione depressiva
  • Pensieri negativi su di sé, sul mondo e sul futuro
  • Idee di colpa, indegnità, rovina
  • Autosvalutazione
  • Autocommiserazione
  • Percezione del tempo rallentato
  • Percezione dell’attuale stato mentale come di una condizione senza fine

Chi soffre di depressione sperimenta una forte angoscia persistente associata a perdita di interesse nelle attività che normalmente danno piacere e difficoltà nello svolgimento anche delle più semplici azioni quotidiane, per almeno due settimane. Ciò porta quasi sempre anche a conseguenze negative sulle relazioni interpersonali.

La persona depressa si percepisce come inadeguato e senza alcun valore, considera l’ambiente circostante come “ostile” e non supportivo e il futuro appare incerto e pieno di difficoltà. Sperimenta alcuni dei seguenti sintomi: perdita di energia, cambiamento dell’appetito, insonnia o ipersonnia, ansia, ridotta concentrazione, indecisione, irrequietezza, senso di inutilità, senso di colpa o di disperazione, pensieri di autolesionismo o suicidio.

Il contenuto dei pensieri associati alla depressione è tipicamente caratterizzato da una visione negativa dell’individuo stesso, del suo futuro e del mondo. I temi principali sono di fallimentoincapacità e mancanza di speranza.

La depressione può essere causata da un singolo evento o da una serie di eventi stressanti che possono indurre un senso di sconforto, come ad esempio:

  • Malattie fisiche
  • Separazioni coniugali
  • Difficoltà nei rapporti familiari
  • Gravi conflitti e/o incomprensioni con altre persone
  • Cambiamenti importanti di ruolo, di casa, di lavoro,
  • Licenziamenti
  • Fallimenti lavorativi o economici
  • Essere vittime di un reato o di un abuso anche in età infantile
  • Perdita di una persona cara
  • Rottura di matrimonio o fidanzamento
  • Problemi con la giustizia
  • Bocciature a scuola

Anche la presenza di esperienze traumatiche infantili poi può generare una sofferenza emotiva che porterà a un umore depresso, con disperazione e senso di impotenza.

Chi soffre di questo disturbo ha la sensazione e la convinzione che non terminerà mai, autoalimentandosi il senso di malessere e frustrazione. La depressione può essere prevenuta e combattuta sia a livello emotivo sia a quello fisico. 

L’asse intestino-cervello è campo di pertinenza osteopatica e può essere un valido aiuto lavorare sul suo riequilibrio, contestualmente ad un percorso psicoterapico.

La psicoterapia bioenergetica è molto utile per migliorare l’alterazione dell’umore lavorando sulle emozioni in particolare modo su tristezza e rabbia con un focus sul corpo e le sue energie.

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Dr.ssa Sara Negrosini

Psicologa - Psicosessuologa - Psicoterapeuta Umanistica Bioenergetica VicePresidente e Tesoriere Associazione MinD – Mettersi in Discussione. Coordinatrice e Docente Master di II livello presso Università telematica Niccolò Cusano in “Psicologia del Comportamento Alimentare” e “Psicosessuologia”.