Perdita dell’eccitazione durante il rapporto

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Perdita dell’eccitazione durante il rapporto

disfunzione erettile

Perdita dell’eccitazione nell’uomo e nella donna

La perdita dell’eccitazione durante un rapporto è tra i disturbi sessuali più frequenti sia nell’uomo che nella donna.
Ma cosa si intende di preciso per “eccitazione sessuale”? Si fa riferimento a una delle fasi del processo di risposta sessuale.
Questa fase consiste in una sensazione soggettiva di piacere sessuale e nelle relative modificazioni fisiologiche.
Le principali modificazioni nel maschio sono la tumescenza del pene e l’erezione.
Nella donna sono la vasocongestione pelvica, la lubrificazione e la dilatazione della vagina e la tumescenza del clitoride.
Possiamo dire dunque che l’eccitazione è un’emozione successiva e simile a quella del desiderio, ma maggiormente percepita a livello corporeo, un fenomeno per lo più fisico che prevede una serie di reazioni neurovegetative, muscolari, endocrine ecc
L’eccitazione sessuale nasce dal desiderio, prepara l’orgasmo e produce un’attivazione generale dell’organismo corrispondente a un vissuto soggettivo di piacere sessuale. E’ dunque una percezione sia mentale, sia emotiva e sia fisica dei cambiamenti che portano all’attivazione sessuale.

Quando le difficoltà sessuali sono legate a questa fase del ciclo di risposta sessuale, si parla di disturbi dell’eccitamento sessuale in cui sono classificati il disturbo dell’eccitazione sessuale maschile e il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile.

Il disturbo dell’eccitazione sessuale maschile

Il disturbo dell’eccitazione sessuale maschile si suddivide in:

  • Permanente: l’uomo ha, da sempre, presentato la difficoltà;
  • Acquisito: le difficoltà che riguardano la risposta di eccitazione sono insorte in seguito ad apprendimenti culturali ed esperienze personali negative che possono aver condizionato l’atteggiamento verso la sessualità;
  • Generalizzato: la difficoltà a eccitarsi è presente costantemente e al variare dei partner;
  • Situazionale: la difficoltà a eccitarsi è presente con un solo partner o solo in determinate circostanze ambientali.

Per una diagnosi di questo disturbo, il criterio temporale dei 6 mesi è un fattore molto importante per evitare di fare diagnosi in persone il cui l’abbassamento del desiderio sessuale è attribuibile a specifiche situazioni di vita momentanee come la perdita del lavoro, un lutto, il termine della gravidanza della partner e altro.

In alcuni casi il disturbo dell’eccitazione sessuale maschile può essere associato a una disfunzione erettile o a disturbi di eiaculazione (precoce/tardiva/dolorosa). Una difficoltà erettile persistente, infatti, potrebbe portare come conseguenza un calo del desiderio. Uomini con un tale disturbo riportano una grande difficoltà a prendere l’iniziativa nel rapporto sessuale e di non essere particolarmente recettivi ai segnali del partner.

Negli uomini, la perdita dell’erezione (disfunzione erettile) è un problema piuttosto diffuso e strettamente connesso ad un fattore psicologico: l’ansia da prestazionesessuale.
Invece di godersi il piacere e il godimento che dovrebbe scaturirne, l’uomo inizia ad interrogarsi sulla propria performance, cominciando a chiedersi se di lì a breve perderà l’erezione o a riflettere sull’autoindagine relativa alla qualità della propria erezione, focalizzando tutta l’attenzione sull’osservazione del proprio pene.
In un rapporto sessuale in cui l’uomo focalizza l’attenzione sulla qualità della propria erezione, l’emozione dominante non è affatto l’eccitazione, bensì la preoccupazione: finché avrà ansia relativa alla propria performance si verificherà un calo dell’eccitazione e di conseguenza una plausibile perdita dell’erezione.

La disfunzione erettile, consiste nell’incapacità di raggiungere o mantenere l’erezione per un tempo sufficiente ad avere un’attività sessuale soddisfacente. In genere provoca un forte disagio e la persona tende a non affrontare l’argomento con il partner o con uno specialista.

Dietro un problema di disfunzione erettile possono celarsi sia problematiche psicologiche, come un’ansia da prestazione, sia organiche o entrambe. Il primo passo è pertanto valutare con attenzione le condizioni fisiche della persona, ricorrendo a una visita andrologica per escludere la presenza di malattie in grado di interferire con i meccanismi dell’erezione (vascolari, cardiocircolatorie, depressione, M. di Alzheimer, distrofia muscolare…).

Il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile

Nelle donne: la caratteristica principale legata alla perdita dell’eccitazione femminile è l’incapacità di raggiungere e attraversare le fasi di una normale eccitazione ovvero la capacità di raggiungere e mantenere, fino al completamento dell’attività sessuale, una lubrificazione e/o gonfiamento vaginale adeguate in risposta ad una eccitazione.
Diverse possono essere le cause, tra quelle di tipo relazionale:
🔻 timore di perdere il controllo sotto la spinta degli impulsi sessuali
🔻 educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica
🔻 mancanza di attrazione per il/la partner
🔻 conflitti di coppia
🔻 difficoltà a fondere i sentimenti di amore con il desiderio sessuale (alcune persone scelgono partner che stimano ed amano, ma che non riescono ad apprezzare dal punto di vista sessuale)
🔻 scarse abilità sessuali del compagno/a
Consiste nell’incapacità a raggiungere o mantenere un livello di eccitazione adeguato, con conseguente lubrificazione vaginale e inturgidimento clitorideo, per un tempo sufficiente al completamento del rapporto. La mancanza di eccitazione può verificarsi a livello fisico (“disturbo dell’eccitazione genitale”), a livello mentale (“disturbo dell’eccitazione soggettivo”), o ad entrambi i livelli (“disturbo dell’eccitazione combinato”). Questo significa che nella donna, al contrario di quanto accade nell’uomo, l’eccitamento fisico e quello psicologico possono essere dissociati.

In questi casi di perdita dell’eccitazione è consigliabile intraprendere un percorso psicosessuologico individuale e/o una psicoterapia di coppia, infatti la collaborazione del partner può contribuire a ridurre o alleviare le aree di conflitto.

Nelle donne affette da disturbo di eccitazione è alterata la risposta di eccitamento.

La caratteristica principale del disturbo dell’eccitazione femminile è l’incapacità di raggiungere e attraversare le fasi di una ‘normale’ eccitazione sessuale femminile ovvero la capacità di raggiungere e mantenere, fino al completamento dell’attività sessuale, una lubrificazione e/o tumescenza (gonfiamento) vaginale adeguate in risposta ad una eccitazione sessuale.

A differenza di quanto avviene normalmente, infatti, in questo tipo di disturbo, non si verifica un gonfiore dei genitali esterni né la lubrificazione vaginale. Ne consegue che spesso la donna affetta dal disturbo dell’eccitazione sessuale non percepisca alcuna sensazione di attivazione sessuale.

Nei casi in cui l’assenza di eccitazione è accompagnata da dolore nel corso del rapporto sessuale, è facile che la donna cominci ad evitare il contatto sessuale con il partner.

Anche il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile si suddivide in:

  • Permanente: la donna ha, da sempre, presentato la difficoltà;
  • Acquisito: le difficoltà che riguardano la risposta di eccitazione sono insorte in seguito a apprendimenti culturali ed esperienze personali negative che possono aver condizionato l’atteggiamento verso la sessualità;
  • Generalizzato: la difficoltà a eccitarsi è presente costantemente e al variare dei partner;
  • Situazionale: la difficoltà a eccitarsi è presente con un solo partner o solo in determinate circostanze ambientali.

Il disturbo da eccitazione femminile è in genere riconducibile a varie cause:

  • scarso tono dei muscoli perivaginali (soprattutto pubo-coccigei):risulterebbe in un’assenza di sensibilità sessuale nell’area vaginale e quindi comporterebbe difficoltà di eccitamento e di orgasmo;
  • difficoltà nell’elaborazione di fantasie sessuali;
  • carenze ormonali (estrogeni e/o testosterone) e menopausa;
  • fobie sessuali specifiche;
  • scarse abilità sessuali della donna e/o del partner;
  • scarse abilità di comunicazione della coppia;
  • omofobia interiorizzata.

I tre nemici della perdita dell’eccitazione: ansia, depressione e stress cronico

La depressione può provocare il deficit nell’eccitazione con diverse modalità:
  • riduce il desiderio e la pulsione erotica;
  • altera i ritmi del sonno (nella fase REM, ossia di sonno con sogni, e non-REM);
  • modifica i comportamenti individuali e interpersonali (1-2).

L‘ansia da prestazione può essere peggiorata da paure e problemi specifici: i casi più frequenti riguardano la paura dell’intimità sessuale, dell’aggressività, di perdere il controllo, di lasciarsi andare, di affidarsi, sensi di colpa e immaturità o fragilità dell’identità sessuale.

Lo stress cronico è la terza causa psicogena o funzionale di deficit dell’eccitazione. Eccessivo impegno nel lavoro, nello sport o diete prolungate, malattie croniche o conflitti coniugali persistenti rappresentano diffuse cause di stress cronico.Diversi fattori funzionali possono:

COME TRATTARE LA PERDITA DELL’ECCITAZIONE

  • tecniche di rilassamento, come le meditazioni, la mindfulness, il training autogeno respiratorio e la bioenergetica, sono molto utili per  migliorare il controllo emozionale, aumentare la capacità di modulare l’eccitazione attraverso il respiro e migliorare la capacità di ascolto delle sensazioni corporee. Aiutano inoltre ad abbandonare l’atteggiamento di “spettatore”, così tipico dell’ansia da prestazione;
  • psicoterapia singola, volta a supportare psicologicamente la persona e a comprendere le ragioni sottostanti il disturbo. Sarà inoltre utile per comprendere meglio per le proprie risposte sessuali e aumentare la propria consapevolezza corporea ed emotiva
  • terapia di coppia per migliorare la comunicazione tra i partner e facilitando così  un dialogo sincero, autentico e costruttivo.

Guarda la mia video intervista nel programma Tv “Una Mela al Giorno” in onda sul canale 264 Cusano Italia Tv condotto da Roberta Sias.

In questa puntata parliamo di “Perdita dell’eccitazione e della disfunzione erettile

Dr.ssa Sara Negrosini

Psicologa - Psicosessuologa - Psicoterapeuta Umanistica Bioenergetica VicePresidente e Tesoriere Associazione MinD – Mettersi in Discussione. Coordinatrice e Docente Master di II livello presso Università telematica Niccolò Cusano in “Psicologia del Comportamento Alimentare” e “Psicosessuologia”.